Cosa fare in caso di dolore persistente?

Il dolore è un segnale di allarme fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma se diventa cronico può compromettere seriamente la qualità della vita. Per alleviarlo esistono diversi metodi.
Autrice:
Carmen Hunkeler

Non appena tocchiamo una piastra rovente, il dolore ci mette in guardia da possibili lesioni. Il cervello invia al corpo il segnale di togliere subito la mano, e così il pericolo è scongiurato. Il dolore può anche essere indice di un problema nell’organismo: un esempio è il mal di denti che ci induce solitamente ad andare dal dentista per individuarne la causa e curare il disturbo. Superata la minaccia, ovvero una volta guarita la malattia o la lesione, il dolore scompare generalmente da sé.

Il dolore come malattia a sé stante

Se però non si interviene in modo rapido ed efficace, il dolore può persistere anche dopo la guarigione della malattia di base: «Quando il trattamento è insufficiente, lo stimolo doloroso può lasciare tracce che innalzano la normale sensibilità al dolore», spiega Evelyn Mauch, neurologa e medico senior Telemedicina santé24. Queste tracce di dolore, in alcuni casi, rimangono immagazzinate come una sorta di ricordo nel cervello e nel midollo spinale. Il processo di elaborazione è alterato o disturbato e il dolore diventa quindi una malattia a sé stante. L’esempio più noto di questo fenomeno è il dolore fantasma, ovvero la sensazione di dolore percepita da chi ha subito un’amputazione nell’arto mancante anche molti anni dopo l’intervento.

Lo sviluppo del dolore cronico è influenzato inoltre da una serie di fattori sociali e psicologici: «Tra questi si annoverano la tendenza a evitare i contatti sociali, disturbi depressivi, un atteggiamento iperprotettivo o di rifiuto da parte dei familiari, condizioni di lavoro non ottimali o lavoro a turni.»

Quando il trattamento è insufficiente, lo stimolo doloroso può lasciare tracce che innalzano la normale sensibilità al dolore Evelyn Mauch, neurologa e medico senior Telemedicina santé24

Movimento, alimentazione sana, sonno

In linea di principio è importante prendere sul serio il dolore e trattarlo in modo adeguato. Ma quando il disturbo è cronico, gli analgesici non bastano: «Il dolore cronico, a causa della sua origine, richiede un trattamento diverso», spiega Mauch. Una gestione completa e integrata del dolore può aiutare le persone a condurre una vita piena e soddisfacente nonostante il loro problema. «Oltre a un’adeguata terapia del dolore, le soluzioni disponibili comprendono la fisioterapia, la terapia comportamentale, l’agopuntura, la medicina complementare e procedure invasive», prosegue Mauch. Per attenuare il dolore, inoltre, è consigliabile fare movimento regolarmente, seguire un’alimentazione sana e dormire a sufficienza. Anche le tecniche di rilassamento, che aiutano a ridurre lo stress, possono avere un effetto sul dolore. Non da ultimo, bisogna gestire il dolore con il giusto atteggiamento: «È importante non perdere mai la legittima speranza di stare meglio».

Training online per il controllo del dolore

Il training online per il controllo del dolore (in tedesco e inglese) di santé24 insegna tra le altre cose a gestire meglio i dolori ricorrenti. I partecipanti seguono le lezioni in autonomia, senza vincoli di orario e di luogo, e ricevono poi un feedback scritto dal loro coach personale.

Rilassamento e benessere

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