La politica sanitaria a Berna
Sessione primaverile: digitalizzazione e richiesta individualista

Dal 26 febbraio al 15 marzo 2024 si terrà a Berna la sessione primaverile delle Camere federali. Per la prima volta, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider dovrà rappresentare, in qualità di ministra dell’interno, le questioni sanitarie davanti al Consiglio Nazionale e al Consiglio degli Stati. Ann-Karin Wicki, responsabile Public Affairs di SWICA, contestualizza la situazione.

Digitalizzazione, cartella informatizzata del paziente e scambio di dati

Il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati stanno discutendo tutta una serie di argomenti che possono essere classificati sotto un termine globale di «digitalizzazione». Il primo passo è la revisione della legge sull’assicurazione malattie (LAMal). L’obiettivo è quello di ampliare lo scambio elettronico di dati tra i Cantoni e gli assicuratori malattie, in modo da semplificare alcuni compiti, come il controllo dell’assicurazione obbligatoria. Oltre al finanziamento transitorio per la cartella informatizzata del paziente (CIP), il cui finanziamento deve essere garantito fino all’entrata in vigore della revisione globale della legge attualmente in corso, il Parlamento sta discutendo anche sulla nuova legge sul servizio degli indirizzi (LSI), sulla legge sull’identità elettronica (Ie) e soprattutto la promozione della trasformazione digitale nel settore sanitario (DigiSanté).

SWICA ritiene che un’accelerazione della digitalizzazione sia sostanzialmente positiva. Accanto ai punti all’ordine del giorno della sessione primaverile, sono attualmente in elaborazione molti altri argomenti relativi alla digitalizzazione, come ad esempio il piano di medicazione elettronica o la ricetta elettronica. Dal momento che nella pratica sono già state attuate numerose soluzioni, SWICA raccomanda alle autorità e a tutti gli altri attori di collaborare per trovare soluzioni sostenibili e finanziabili ed evitare sovrapposizioni. Per questo, il settore pubblico dovrebbe creare un quadro normativo per i progetti di digitalizzazione, che anticipi gli sviluppi e garantisca la connettività delle soluzioni esistenti con quelle nuove.

Casse uniche cantonali: la soluzione del problema?

Una cassa malattie cantonale come obiettivo politico: ripetutamente i Cantoni presentano iniziative statali in questo senso. Dopo l’iniziativa presentata dal Canton Vaud ora è in corso una richiesta analoga da parte di Ginevra. Il Consiglio degli Stati, un anno fa, si è pronunciato contro la creazione di casse malati cantonali uniche. Ora anche il Consiglio nazionale deve affrontare la stessa questione. Il Canton Vaud vorrebbe utilizzare la sua istituzione cantonale per fissare e riscuotere i premi, finanziare i costi a carico dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) e partecipare ai programmi di prevenzione e promozione della salute. I compiti amministrativi devono essere esternalizzati agli assicuratori malattia autorizzati a svolgere i compiti dell’AOMS. Il loro controllo sarà nuovamente compito della cassa malati unica cantonale.

Il costante aumento dei costi sanitari e il conseguente aumento dei premi dell’assicurazione malattie costituiscono un terreno fertile per tali richieste. SWICA è convinta che le casse uniche cantonali non siano la soluzione alle sfide che si prospettano. Fino a quando la politica, insieme a tutti gli attori coinvolti, non riuscirà a individuare le ragioni dell’evoluzione dei costi e a definire contromisure efficaci, le istituzioni cantonali non potranno fare altro che finanziare l’andamento dei costi con contributi sempre più elevati.

SWICA vuole fornire il suo contributo e per questo s’impegna per un sistema sanitario orientato al valore e che offra una qualità elevata a costi ragionevoli. A tal fine è necessaria soprattutto la trasparenza che permetta una concorrenza sulle prestazioni. Inoltre, per SWICA, la collaborazione dei fornitori di prestazioni lungo tutto il percorso del paziente è un fattore determinante. Tra il Dipartimento dell’interno e il Parlamento ci deve essere un dialogo costruttivo sulle condizioni quadro necessarie per raggiungere questo obiettivo. Se da un lato si chiedono misure di contenimento dei costi ma contemporaneamente si decide per un ulteriore ampliamento del catalogo delle prestazioni dell’AOMS, questo dà segnali completamente sbagliati.

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