Quando si hanno problemi di udito

In Svizzera una persona su 12 soffre di problemi all'udito, tra gli ultra 65enni addirittura una persona su tre. Molti si rifiutano di portare un apparecchio acustico anche se ciò può comportare l’isolamento sociale.

«Non ho bisogno di alcun apparecchio», «Io ci sento bene, sento giusto quello che devo sentire»: sono queste le affermazioni pronunciate spesso da alcuni dei nostri conoscenti più anziani con problemi di udito. E ovviamente siamo turbati quando notiamo che chi ci sta di fronte sorride amichevolmente se gli poniamo una domanda oppure risponde o interviene in modo vago e inadeguato durante una discussione. Non è una situazione facile, soprattutto se gli interessati rimuovono il problema.

Allo stadio iniziale, in particolare, molti non vogliono ammettere di avere una riduzione della capacità uditiva. La causa più comune è la degenerazione, con l’avanzare dell’età, delle cellule ciliate all’interno della coclea: i primi segnali si avvertono già tra i 40 e i 50 anni. Molto spesso coloro che soffrono di questo problema accusano le persone circostanti di parlare a voce troppo bassa o in maniera indistinta. In questo caso è importante cercare di affrontare il problema con la persona interessata, perché l’ipoacusia oltre a portare all’isolamento può influire sulle capacità cognitive e indurne un più rapido declino. Perciò è indispensabile intervenire al più presto con un apparecchio.

Non è solo una questione d’età

L'ipoacusia non compare solamente con l’avanzare dell’età, ma può essere causata anche da fattori esterni, come ad esempio un trauma acustico cronico, infezioni o tumori. In alcuni casi essa è congenita, dovuta spesso a infezioni virali o al consumo eccessivo di alcol della madre durante la gravidanza. Inoltre durante lo sviluppo del bambino possono verificarsi anomalie o malformazioni di determinati nervi dell'orecchio.

 

Mezzi ausiliari interni ed esterni

Nella maggior parte dei casi il disturbo può essere risolto tramite l’uso di un apparecchio acustico o l’inserimento di un impianto cocleare. Molti, probabilmente, sono spaventati dall'idea di dover indossare un grosso apparecchio. Tuttavia esistono in commercio modelli molto piccoli e discreti da inserire nel condotto uditivo che sono quasi invisibili. È chiaro che gli apparecchi acustici devono essere adattati da uno specialista in audioprotesi. Nei casi più gravi è possibile applicare chirurgicamente un impianto cocleare che converte il suono in impulsi elettrici stimolando così il nervo acustico nell’orecchio interno. La componente esterna dell’impianto, posizionata a livello retro-auricolare, è costituita da un processore audio, munito di antenna, che trasmette il segnale codificato al ricevitore dell'impianto.


29.03.2017
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